Invasioni
Il Perù è attraversato da decenni da un profondo fenomeno di migrazione interna. Già tra gli anni Settanta e Ottanta un primo grande esodo dalle zone agricole fu innescato dagli effetti della riforma agraria. Successivamente, tra gli anni Ottanta e Duemila, furono il terrorismo e la violenza politica a spingere migliaia di persone a spostarsi all’interno del paese. Oggi sono soprattutto le motivazioni economiche e la ricerca di nuove opportunità a determinare l’abbandono delle aree rurali a favore delle città. Il flusso migratorio coinvolge in particolare le fasce più giovani della popolazione, contribuendo all’invecchiamento delle comunità andine e aggravando la carenza di servizi essenziali, come la sanità. I giovani si dirigono verso i centri urbani alla ricerca di lavoro, istruzione e condizioni di vita che le zone rurali non sono in grado di offrire. La pressione demografica sulle città ha portato alla formazione di vasti insediamenti informali, noti comunemente come invasioni. Secondo il censimento nazionale dell’INEI, la sola città di Lima è passata da sei milioni di abitanti nel 1993 a oltre dieci milioni e mezzo oggi.
Le invasioni si sviluppano ai confini delle aree urbane su terreni statali occupati irregolarmente da parte di migranti provenienti dalle zone rurali, da paesi limitrofi al Perù oppure dagli stessi cittadini che non possono permettersi un alloggio in città. Si tratta di aree in continua espansione, spesso prive di infrastrutture basilari come acqua corrente, fognature, raccolta rifiuti o accesso ai servizi sociali. Sebbene i flussi migratori siano in calo, il fenomeno resta cruciale per comprendere le trasformazioni sociali, economiche e territoriali del Perù contemporaneo, poiché migrare non significa soltanto spostarsi luogo la mappa: implica trasformazioni culturali profonde nello stile di vita, nella lingua, nelle abitudini, nei vestiti e nelle relazioni sociali. L’organizzazione interna degli insediamenti varia a seconda del territorio, ciò nonostante riflette le pratiche sociali tradizionali della cultura andina. Gli invasori formano delle associazioni locali eleggendo segretari e referenti per temi come l’istruzione, la sicurezza, le infrastrutture e la mensa collettiva. In assenza di un supporto pubblico adeguato, l’auto-gestione diventa una risposta concreta alle sfide quotidiane, la convivenza un’inesorabile necessità collettiva.
2024-2025












