Centrali idroelettriche e Bombe surgelate nel ghiacciaio.
Recentemente ho passato alcuni giorni in Val Camonica per approfondire come l'ecosistema montano è influenzato dalla presenza del ghiacciaio dell'Adamello. Ho scelto questa zona, non soltanto per la vicinanza al luogo in cui vivo ma perchè il ghiacciaio dell'Adamello è il più grande delle Alpi Italiane. Come sempre ero entusiasta e volenteroso ma il meteo non era dalla mia parte, quattro giorni di pioggia e nebbia mi hanno recluso in casa... Fortunatamente tra una chiamata e l’altra, Roberto Saviano e il suo programma Insider mi hanno tenuto compagnia.
Ve lo consiglio vivamente: Insider - Faccia a faccia con il crimine - RaiPlay
Ero interessato specialmente a visitare la centrale idroelettrica di Edolo, una realtà che nel mio immaginario è strettamente dipendente dal ghiacciaio. Ho cercato in tutti i modi di mettermi in contatto con i gestori della centrale per organizzare una visita o perlomeno una chiacchierata ma sono stato rimbalzato su ogni fronte: mail, chiamate e citofonate improvvisate.
I reperti Bellici trovati sul Ghiacciaio
La prima persona che incontro è Walter Belotti, esperto di guerra alpina e conoscitore dell’Adamello. Ci diamo appuntamento proprio al museo della guerra bianca in Adamello a Temù. Walter vive in Val Camonica e recupera i cimeli bellici del Parco dell'Adamello dal 1974. Nel corso degli anni ha visto il ghiacciaio regredire e assottigliarsi.
<<All'inizio di questa fase di innalzamento delle temperature anomalo, intorno al 1980-90, c'è stato il massimo numero di ritrovamenti, in seguito a questo periodo il numero è decisamente calato. Non mi aspetto grandi affioramenti a causa dello scioglimento glaciale>> afferma Walter. Il ghiacciaio però è un’organismo in costante movimento e mutamento, alcuni oggetti come i reperti di guerra possono cambiare posizione, locarsi sotto uno strato di ghiaccio e di conseguenza affiorare dopo lunghi periodi. Questo è il motivo per cui ancora oggi emergono oggetti di guerra.
Walter Belotti al Museo della guerra bianca in Adamello.
E’ proprio grazie a Walter che sono riuscito a contattare Ivan, ex-tecnico della centrale ora in pensione, che mi mostra la panoramica della centrale.
Come Funziona una centrale idroelettrica di montagna
Quella di Edolo è una delle centrali idroelettriche più grandi d’Italia e d’Europa, è in grado di fornire la potenza complessiva di 1000 MegaWatt ed una produzione media annua di 220 GWatth (quantità utile a soddisfare l’esigenza energetica annuale di 80mila famiglie). Le centrali idroelettriche di questo tipo funzionano grazie alla presenza di bacini montani, i laghi d'Avio e di San benedetto, in cui l'acqua prodotta dallo scioglimento del ghiaccio viene immagazzinata. La centrale sfrutta la forza generata dell'acqua che azionando le turbine idrauliche genera energia meccanica, convertita poi in energia elettrica tramite l’alternatore. Dopo l’utilizzo l’acqua viene raccolta in una vasca di recupero a valle e appena possibile raggiunge il bacino primario tramite un sistema di pompaggio alimentato dalla centrale stessa, tornando ad essere una fonte disponibile di energia.
Capisco quindi che l'acqua è la vera risorsa della centrale, non il ghiaccio.
La vecchia centrale Enel di Temù, ora dismessa
Lo scenario futuro
L’articolo del Climate Dinamycs basato sulla ricerca pubblicata nel 2019 dal glaciologo Harry Zekollari stima che <<i 4395 ghiacciai attualmente presenti nelle Alpi perderanno una parte sostanziale del loro volume nel prossimo secolo e molti di essi scompariranno entro il 2100>>.
Chiedo quindi ad Ivan, in che modo funzionerà la centrale se il ghiacciaio cessa di esistere? <<L'acqua di fusione del ghiacciaio è importante per produrre energia ma la sua vera funzione è il risparmio economico dell'azienda produttrice. Già al momento della costruzione della centrale, la produzione proveniva per il 25% dalla fonte naturale (ghiacciaio e pioggia) ed per il 75% dall'acqua di ri-pompaggio>>.
Le risorse naturali non sono mai state sufficienti alla richiesta di produzione di energia della centrale. Pare evidente che il ghiacciaio è una fonte marginale per la centrale, potenzialmente si potrebbe utilizzare la stessa acqua di fusione e ri-pomparla a monte quando necessario, magari costruendo un’ulteriore vasca di recupero a Edolo per evitare di rilasciare l'acqua in eccesso.
Dopo questa chiacchierata mi metto sulla strada di ritorno, credevo che il ghiacciaio fosse un'importante risorsa per la centrale ma mi sono ricreduto. Ero partito in cerca di risposte ma in realtà ho trovato soltanto altre domande... Se il ghiacciaio dovesse scomparire, a chi potrebbe interessare? Forse l’agricoltura della zona ne avrebbe ripercussioni? L'assenza del ghiacciaio potrebbe incidere sulla disponibilità idrica?
Non mi resta che tornare alla mia scrivania e rimettermi al lavoro, pensando al prossimo ghiacciaio da visitare, cercando di capire come funziona questo particolare ecosistema e documentando le conseguenze dell’inesorabile scioglimento dei ghiacciai Alpini.